Acquapalombo
Una leggenda racconta che una colomba, mentre volava, scorse una fonte d’acqua in un tratto del sentiero che da Rocca San Zenone conduceva a Spoleto, e ci si dissetò. Il luogo fu chiamato Acquapalombo, nome che assunse anche l’insediamento che si formò nei suoi pressi. Quella fonte è utilizzata sin dal medioevo, periodo a cui risale l’origine di Acquapalombo, che coincide con l’edificazione della torre d’avvistamento sovrastante l’abitato. Situata a oltre 500 metri d’altezza, la torre era uno dei due capisaldi del sistema difensivo della Valserra, l’altro era rappresentato dalla Rocca di Battiferro sul versante opposto.
Il nome di questo castello è documentato per la prima volta nel 1332 attraverso il registro delle tasse che i centri delle Terre Arnolfe pagavano alla Camera Apostolica, tra le quali figura il “focatico”- in quell’anno ad Acquapalombo erano censiti 61 focolari. Nei secoli successivi, il castello fu prevalentemente sotto la giurisdizione di Spoleto e oggetto delle mire espansionistiche di Terni. Probabilmente alla fine del XVI secolo, Acquapalombo insieme a Appecano e Lavarino erano annessi al Comune di Terni, visto che il Consiglio generale ternano sgravò questi castelli dalle gabelle.
Nel corso del XVI secolo a dare un nuovo aspetto al borgo fu la famiglia Sala che vi si trasferì da Spoleto. I due più importanti edifici commissionati dalla famiglia spoletina furono il Palazzo nobiliare e la chiesa di San Francesco, che sorse, insieme all’annesso romitorio, in prossimità del torrente Serra e quindi fuori dell’abitato. In questo periodo venne modificata e ampliata anche la chiesa romanica di San Lorenzo, successivamente affrescata. Questa fase di sviluppo, che determinò un considerevole aumento della popolazione, con conseguente espansione dell’abitato, si concluse quando alla fine del ‘600 i Sala lasciarono il luogo, vendendo le loro proprietà alla famiglia Brancaleoni. Questo passaggio segna l’inizio di una duratura decadenza, simboleggiata dal graduale deterioramento che subì con i nuovi signori il Palazzo nobiliare, andato con il tempo completamente distrutto. Rimane però, sulla piazza della chiesa di San Lorenzo, l’arco policromo che faceva da cornice al portale dell’edificio gentilizio.
Acquapalombo è parte, insieme agli altri borghi della Valserra, di un contesto di straordinaria valenza ambientale e paesaggistica, la cui bellezza può essere scoperta e apprezzata percorrendo a piedi o in mountain bike i sentieri che si snodano attraverso tutta l’area, in totale contatto con la natura.