Abbazia di San Nicolò, Sangemini
L’abbazia, abitata da monaci benedettini, fu dedicata al culto di San Nicola, Vescovo di Mira, il cui nome venne contratto in Nicolò. Verso la fine del sec. XI passò sotto la protezione del monastero di Farfa. Questo fu il periodo di massimo splendore dell’abbazia. Nel 1228 e nel 1239 il monastero fu devastato da Federico II. In seguito alla distruzione di gran parte degli edifici, alla fine del secolo XIII il complesso monastico fu ricostruito quasi completamente e la chiesa fu profondamente modificata. L’Abbazia prosperò ancora fino a tutto il XIV secolo ma poi si avviò a un rapido declino. Nel 1775 fu ritrovato il sarcofago contenente il corpo di san Nicolò e le reliquie del santo furono sistemate all’interno della chiesa che, negli anni successivi, subì alcuni crolli e iniziò una ulteriore fase di degrado. Nel 1910 il portale della chiesa fu asportato per timore che crollasse. Fu smontato in tre pezzi, e, nel 1936 fu trasportato negli Stati Uniti dall’antiquario americano Joseph Brummer ed ora è conservato nel Metropolitan Museum of Art di New York. Quella che si vede oggi è una copia fedelissima, eseguita dallo scultore Fernando Onori di Roma. Soltanto nel 1965 l’intero complesso architettonico, ormai ridotto a rudere, fu restaurato e restituito al culto. L’interno, a tre navate, è diviso da colonne intramezzate da pilastri, con capitelli decorati, di diverso gusto e provenienza. Un tempo le pareti erano affrescate ma rimangono solo alcuni frammenti. Nella navata destra sono conservati numerosi reperti marmorei di cui non si conosce la provenienza.