Porta Sant'Angelo
Nelle vicinanze si trovava anche un ospedale, di cui, come della chiesa, non è rimasta traccia; è possibile intuirlo da una norma contenuta nello “Statutum Interamnae”, la quale stabiliva che tutti coloro che transitavano alla porta Sant’Angelo trasportando legna da ardere dovevano lasciarne una parte all’ospedale di “Santo Angelo”, pagando così una specie di gabella che acquistava il valore della solidarietà.
Appare strano al giorno d’oggi che la porta sia stata costruita anche con funzioni di ponte e che al piano di campagna, sottostante quello stradale, si trovi un vecchio molino. Non c’è infatti un corso d’acqua corrispondente. Però, ancora nel XVI secolo tutto intorno alle mura ovest di Terni scorreva il torrente Serra il cui corso è stato successivamente deviato e incanalato verso il fiume Nera di cui era già un affluente.
Nell’antichità il Serra sfociava, però, nel fiume principale, a valle della città, che restava racchiusa perciò tra i due fiumi e proprio da questa conformazione orografica aveva preso il nome di Interamna. Un toponimo che chi vede oggi Terni non si spiega facilmente e che invece ha una propria origine ben precisa. Deviato che fu il corso del Serra, che oggi confluisce nel Nera ad est dell’abitato, Porta Sant’Angelo non assolveva più al ruolo di ponte, mentre il molino rimase all’asciutto.
Da Porta Sant’Angelo, uscendo dall’abitato, si accedeva ad una fonte che serviva tutto il quartiere che sorgeva all’interno delle mura e che era costituito dalla frazione ovest dei due rioni dei Rigoni e degli Amengoni. Percorrendo la strada era possibile raggiungere la Chiesa ed il convento della Madonna del Monumento, presso la quale fu poi realizzato il camposanto di Terni che, come noto, per legge dovette essere individuato in luogo lontano dall’abitato.
Dopo un intervento di restauro compiuto sul finire del secolo scorso, Porta Sant’Angelo è stata inglobata in una nuova piazza e al di sotto di essa, anche utilizzando le vestigia dell’antico molino per l’olio, fu realizzato un orto botanico, attualmente in stato di abbandono. Le mura castellane, che da porta Sant’Angelo dipartono a circondare i giardini pubblici della passeggiata, dalla parte opposta sono state abbattute nei primi anni del Novecento, tranne un breve tratto attualmente inglobato in un parcheggio sotterraneo.