Cripta del Duomo
Fu costruita per accogliere le spoglie di Sant’Anastasio, giunto dalla Siria nei primi del secolo VI, insediatosi presso Ferentillo per trascorrervi una vita eremitica di perfezione cristiana. La fama di santità presto raggiunta lo fece chiamare alla cattedra vescovile di Terni, per soccorrere la popolazione afflitta dalle invasioni barbariche, e fu definito "Defensor civitatis" perché rimase a difendere la città mentre tutti fuggivano. Il suo sepolcro fu ritrovato intorno all’anno 840 da alcuni chierici di Terni.
La cripta è divisa in tre navate, di tre campate ciascuna, da quattro colonne, ripristinate nel corso dei lavori promossi nel 1904 da Luigi Lanzi, ed è coperta da volte a crociera rinforzate da sottarchi.
Nei muri laterali le semicolonne addossate, come le colonne centrali, presentano due tipi di capitelli: il tipo cubico, smussato agli angoli inferiori, e il tipo a foglie d'acqua e volute, quest'ultimo di reimpiego, riferibile al sec. IX o X. Le parti ripristinate dal Lanzi sono riconoscibili perché divise da quelle originali da una sottile lastra di cotto.
Nell'abside si osservano tre aperture a semplice strombatura che dimostrano che la cripta non era in origine interrata; tutt'intorno corre un basso sedile di pietra. La muratura è a pietra sponga squadrata, sia nella parte interna che esterna, ed è riempita a secco.
Sulla parete destra, vediamo frammenti di un architrave di età Flavia, utilizzato come sarcofago di Sant’Anastasio, e della fronte di un sarcofago romano; sulla parete sinistra, un pilastrino della fine del IX secolo, usato come soglia di un'apertura rettangolare. Nel muro tra le due porte d'ingresso è ricavata una nicchia in cui sono conservati i resti di Sant’Anastasio, con ai lati due formelle votive decorate a mosaico con motivi cosmateschi e iscrizioni in latino.