Palazzo Primavera
Invece si tratta di un intervento edilizio portato a compimento su un complesso edilizio in origine risalente al XVI secolo a sua volta realizzato ricorrendo alla demolizione del preesistente oratorio del Suffragio, utilizzato dalla Confraternita omonima che raccoglieva i “mercatanti”. Nel 1548 al posto dell’oratorio la confraternita volle edificare una Chiesa dedicata a Santa Lucia, patrona dei “mercatanti”, vale a dire di contadini e commercianti che operavano nelle pubbliche fiere. Da subito la Chiesa di Santa Lucia passò attraverso vicissitudini complesse perché più volte scelta come acquartieramento di truppe al passaggio di eserciti invasori diretti verso Roma, subendo così ogni volta danni sostanziosi.
Nel 1620 fu assegnata ai Gesuiti, che utilizzarono il complesso come collegio e scuola. Tale ruolo esso ha mantenuto per secoli, prima con i Gesuiti, poi ospitando il liceo cittadino, la scuola tecnica, e le scuole serali.
Un avvenimento fu l’istituzione della scuola condotta dagli aderenti alla Compagnia di Gesù, che soddisfaceva una vecchia aspirazione della città di Terni. Già più di cinquant’anni prima se n’era fatto interprete il letterato ternano Orazio Nucula che, abitando a Roma, ebbe la possibilità di parlarne – sembra - col fondatore della Compagnia, Ignazio di Loyola. Ma si dovette soprassedere ed aspettare – rispose Ignazio – che la Compagnia avesse un numero soddisfacente di adepti. Nel 1620 i gesuiti finalmente acconsentirono anche grazie ad una congrua offerta avanzata dal Comune insieme al Monte di Pietà e alla Confraternità di San Nicandro: trecento scudi in aggiunta allo stipendio che spettava ai maestri di scuola, più la possibilità di concedere in affitto le stanze del collegio, che avrebbe reso altri cinquecento scudi. Nel 1624 quindi, compiuti i necessari lavori di adattamento, il collegio di Santa Lucia cominciava a funzionare regolarmente.
Anni dopo la nascita del Regno d’Italia, trasferiti liceo e collegio, nello stabile fu alloggiato il Tribunale di Terni che vi restò dagli anni Venti del XX secolo per circa quarant’anni. Una parte del fabbricato fu invece occupato dall’amministrazione provinciale che ne fece il “Palazzo della Sanità”.
Restato successivamente in abbandono, negli anni Settanta e Ottanta fu occupato a più riprese da giovani che ne rivendicavano l’uso a scopi culturali e sociali, inalberando sulla facciata, uno striscione che riassumeva tutte le loro proposte e le loro speranze, e ribattezzava il luogo in “Palazzo Primavera”, nome che gli è stato ufficialmente assegnato quando, attraverso il recente intervento edilizio pubblico-privato, una parte dei locali sono diventati di pertinenza del Comune che li ha destinati a luogo di incontro e convegni e per esposizioni.